Voto solo se posso scegliere

Dopo le recenti amministrative giunge l'analisi del risultato elettorale da parte dell'Osservatorio Politico Istituzionale del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali. Si conferma l'importanza della possibilità di scegliere i candidati cui dare la preferenza e si scopre che in Calabria si vota di più

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   di Roberto De Luca, docente di Sociologia dei Fenomeni politici

La tornata delle ultime elezioni comunali in Calabria conferma, in fatto di partecipazione elettorale, una tendenza di notevole importanza politica. Nelle comunali in Calabria si vota più che nelle elezioni politiche e nelle altre elezioni, e si vota molto di più di gran parte dei comuni delle regioni del Centro e del Nord. Cioè i dati della partecipazione alle comunali in Calabria, e nelle altre regioni meridionali, rappresentano l’inversione di quanto succede nelle altre elezioni dove le percentuali di voto delle regioni del Centro-Nord sono storicamente molto più alte di quelle del Sud.

Voto perché posso scegliere

La principale motivazione che muove tanti cittadini meridionali a recarsi ai seggi solo nelle elezioni comunali è presto detto: nelle comunali l’elettore ha l’opportunità di scegliere i candidati da eleggere. Questo potrebbe essere un buon motivo per spingere i cittadini, ovunque risiedano, a votare, soprattutto in un periodo di grave crisi dei partiti politici che, a volte, “impongono” e fanno eleggere candidati non sempre graditi che formano, nel caso di Camera e Senato, un Parlamento definito di nominati anziché di eletti, nel senso di persone scelte da tutti i cittadini. La distinzione dell’approccio alle elezioni fra cittadini meridionali e cittadini centro-settentrionali ha radici soprattutto nella diversa cultura politica e in un comportamento del voto che predilige, il più delle volte, la persona, il candidato, al partito.

Il meccanismo delle preferenze e il rischio del voto di scambio

Il rischio di voto di scambio

Al voto di preferenza spesso viene associato il voto di scambio nella formulazione patologica del clientelismo. Ma se il voto alla persona è così largamente diffuso diventa questa la modalità normale, il principale criterio nella scelta elettorale, pur inglobando in questa normalità quella parte distorsiva del clientelismo.

Il voto di preferenza, quindi, disegna le differenze di partecipazione degli elettori fra i diversi territori. Ad alti tassi di preferenza (il rapporto fra voti di preferenza espressi e numero di preferenze esprimibili) corrispondono, solitamente, più alti tassi di partecipazione elettorale. Nelle regioni meridionali gli indici di preferenza, nelle elezioni dove è possibile esprimere questo tipo di voto, è storicamente molto più alto che nelle altre aree del Paese. E se la partecipazione è il criterio per stabilire la rilevanza di una elezione, potremmo affermare che nei comuni del Sud le comunali sono le più importanti elezioni. La controprova di questa affermazione la possiamo rilevare osservando i dati di partecipazione al secondo turno delle elezioni.

Al secondo turno meno elettori

Può succedere che nei comuni calabresi si verifichi un calo di partecipazione notevole al secondo turno. Ad esempio nella precedente elezione del comune di Lamezia, nel 2019, si è passati dal 55,0% di votanti al primo turno al 30,0% del turno di ballottaggio. Ciò a conferma che non essendoci più in campo i candidati consiglieri, viene meno l’interesse dell’elettore che, evidentemente, è poco attratto dal partecipare all’assegnazione della posta in gioco più importante, quella dell’elezione del sindaco, riservata a due sole persone.

Una vignetta dei primi anni del Novecento che ironizza sull’astensione

La rilevanza del voto di preferenza

Per avere una misura di quanto incida il voto di preferenza sulla partecipazione, riportiamo alcuni dati dei comuni calabresi e di altre parti d’Italia nel raffronto fra le ultime comunali e le ultime elezioni della Camera, quelle del 2022.  A Rende, rispetto alle elezioni politiche del 2022, nelle comunali di maggio 2025 si sono recati ai seggi 4.299 elettori in più, pari al 14,5% di un maggior numero di votanti se consideriamo come base il numero di aventi diritto al voto per le elezioni della Camera, dato che il corpo elettorale per le elezioni comunali è gravato dagli elettori residenti all’estero che, di fatto, non partecipano alle votazioni. A Lamezia nelle comunali hanno partecipato in più rispetto alle politiche ben 10.693 cittadini, pari ad una maggiore partecipazione del 20,3%. A Cassano 2.995 elettori in più, pari a più 23,0%. A Isola Capo Rizzuto, gli elettori in più partecipanti alle comunali sono stati 3.920, pari ad una maggiorazione rispetto alle politiche del 32,0%; a Isola C.R. si è avuta la partecipazione più alta fra i comuni calabresi con il 71,0%, mentre alla Camera nel 2022 i votanti erano stati il 44,1%, una delle percentuali più basse della Calabria: potenza del voto di preferenza. Giusto per sottolineare le differenze fra i valori della partecipazione, riportiamo tre esempi di comuni del Nord.

L’astensione diminuisce quando si possono scegliere i candidati cui dare il voto

Nel meridione si vota di più

A Genova nelle ultime comunali hanno votato 31.874 elettori in meno (-7,2%) rispetto alle elezioni della Camera nel 2022. A Ravenna gli elettori in meno alle comunali sono stati 22.078, pari a meno 18,5% rispetto alle politiche. A Rozzano (MI) gli elettori in meno alle comunali sono stati 4.678, pari al 15,3%. Questo effetto della maggiore partecipazione per l’elezione del sindaco e dei consigli nei comuni del meridione si può rilevare nei dati complessivi della partecipazione per regioni, anche se tali dati possono essere inficiati da un campione poco rappresentativo dato che a questa tornata comunale sono stati interessati pochissimi comuni.

In Calabria l’affluenza più alta

In Calabria ha partecipato alle ultime comunali il 60,9% degli aventi diritto, valore più alto della media nazionale del 56,3%. E così in tutte le altre regioni meridionali il valore della partecipazione è superiore alla media nazionale, mentre nelle regioni settentrionali, tranne nel Piemonte dove si è votato solo in 9 piccolissimi comuni, la percentuale di partecipanti risulta più bassa della media complessiva nazionale.

Alle amministrative l’affluenza è sempre maggiore

 

L’equivoco delle liste civiche

Un’ulteriore conferma del comportamento elettorale dei calabresi è riferibile al successo delle liste non partitiche che – erroneamente – vengono riportate come liste civiche. Le liste effettivamente civiche sono espressione di movimenti, associazioni, gruppi che operano nella società civile, mentre le liste non partitiche sono tutte quelle formazioni che mettono insieme nell’occorrenza della presentazione delle liste – a volte, anche in maniera abbastanza “disordinata” – dei candidati, portatori di consensi, che aspirano ad essere eletti nel consiglio comunale. Tali liste spesso ottengono percentuali di voto più alte dei partiti nazionali, proprio a conferma che gli elettori esprimono il proprio consenso più ai candidati che alla proposta politica della lista.

Referendum a rischio

Ci sia consentita, in conclusione, una battuta sulle prossime elezioni dell’8 e 9 giugno, che riguarderanno tutti gli italiani, e cioè il voto sui quesiti referendari. In una elezione dove sarà fondamentale la partecipazione per il raggiungimento del quorum e la validità del referendum, in Calabria dobbiamo aspettarci che molti elettori resteranno a casa perché…non avranno da scegliere dei candidati.

 

 

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