La terra senza voto e senza candidati

La Calabria è una delle Regioni dove maggiore è l'astensionismo e in alcune aree sembra pure impossibile trovare cittadini disposti a candidarsi. Questo rappresenta un preoccupante deficit di partecipazione democratica a cui pare difficile porre rimedio

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                                                                                                     di Roberto De Luca,

                                                      docente di Sociologia dei Fenomeni Politici

 

                                                                                                                             

Nella graduatoria, per regioni, dell’astensionismo agli ultimi referendum, la Calabria si colloca   al terzo posto, preceduta dalla Sicilia e dal Trentino. Non è certo una novità che siano in molti gli elettori calabresi che disertano le urne nelle occasioni elettorali. Il dato della scarsa partecipazione elettorale dei calabresi ai referendum, però, stride con l’altro dato sulla partecipazione che si era registrato nelle ultime comunali di soli 15 giorni prima. Nelle comunali del maggio 2025, infatti, i calabresi avevano votato (gli elettori erano stati il 60,9%, percentuale più alta della media nazionale che è stata del 56,3%) più che in altre regioni e più di un punto e mezzo superiore alle precedenti elezioni comunali degli stessi comuni al voto.

Nelle comunali del 2025, la Calabria, insieme alla Liguria, “trainata” dalla città di Genova, sono state le due regioni dove la partecipazione è aumentata rispetto alla precedente elezione, segnando un evidente contrasto alla tendenza crescente dell’astensionismo in Italia in tutti i tipi di elezioni.

La Calabria tra le regioni con la più bassa partecipazione elettorale

In Calabria è forte il richiamo del voto personale

Se per la Liguria era stata la scelta del sindaco del comune di Genova a suscitare interesse nei cittadini-elettori, in Calabria i tanti candidati consiglieri sono riusciti a mobilitare molte di quelle persone che solitamente non si recano a votare anche nelle elezioni più importanti. In Calabria il voto alla persona rimane, forse, il principale criterio della scelta elettorale.

In questi referendum, come d’altra parte in quasi tutti gli altri referendum abrogativi che si sono svolti in Italia, l’astensione è diventata opzione strategica – messa in campo dai partiti contrari alla cancellazione degli articoli di legge sottoposti al vaglio della democrazia diretta – per far mancare il quorum e rendere nulla la consultazione popolare attraverso questa forma di democrazia diretta. Quindi la lettura dei dati sull’astensionismo deve tener conto di questa opzione che giustifica, però, solo in parte i bassi livelli di partecipazione.

La separazione tra cittadini e partecipazione politica rappresenta un segnale preoccupante

La bassa partecipazione indica la scarsa attenzione verso il funzionamento della democrazia

I cittadini che si recano a votare, oltre a confermare l’importanza dei diritti politici, sono espressione di senso civico e di appartenenza ad una comunità politica. Bassi livelli di partecipazione a dei referendum che ponevano questioni importanti, anche se non di interesse generale, sono indicativi dello scarso interesse che i cittadini hanno verso la politica e al funzionamento della democrazia e delle istituzioni.

Cosenza la provincia dove si è votato di più

Analizzando più nel dettaglio il dato della partecipazione della Calabria, pur nella poca rilevanza delle percentuali, si registrano differenze di un certo rilievo fra le province. Cosenza è la provincia con la più alta percentuale di partecipanti con il 26,2%, segue Catanzaro con il 23,8% (dove ha influito il ballottaggio delle comunali di Lamezia, svoltosi in contemporanea ai referendum) mentre le restanti province spaziano dal 19,1% di Crotone al 20,1% di Reggio Calabria, con Vibo Valentia al 19,6%.

A Lamezia e in altri comuni i candidati mobilitano gli elettori

Più interessante è andare a vedere quali comuni occupano sia i primi posti che gli ultimi della graduatoria regionale della partecipazione. Ai primi posti troviamo, oltre a Lamezia, alcuni dei comuni più popolosi ma anche piccoli e piccolissimi comuni, dove, evidentemente, c’è stata una qualche mobilitazione – messa in atto dal sindaco, dal partito, dal sindacalista, ecc. – che, secondo la statistica, ha collocato questi comuni sopra la media della partecipazione regionale e nazionale.

San Luca e Platì sono i paesi dove si è votato di meno e dove non si trovano candidati

A San Luca e Platì il record di astensione

In fondo alla graduatoria regionale, agli ultimi due posti, troviamo Platì con il 4,9% di votanti e San Luca, 5,7%. Questi due comuni della provincia di Reggio Calabria sono i comuni d’Italia con il maggiore astensionismo: solo un elettore su 20 è andato a votare! Si può leggere questo dato in diversi modi che, però, conducono tutti all’interpretazione ovvia di un evidente scollamento fra questi cittadini e le istituzioni. Non interessano i quesiti referendari a questi cittadini, magari alle prese con questioni ben più gravi, così come, da tempo, sembrano non essere interessati alle vicende del funzionamento istituzionale del comune, della regione, della nazione.

È quello che possiamo affermare osservando i livelli della partecipazione al voto in questi due comuni e che, purtroppo, non sono gli unici a trovarsi in questa condizione della provincia di Reggio Calabria. A Platì, consiglio comunale sciolto ben tre volte per infiltrazione mafiosa, nell’ultima elezione comunale svoltasi ha partecipato il 33,1% degli elettori. Nelle regionali del 2021 i votanti sono stati il 28,7%; alla Camera, nel 2022, ha votato il 31,3% dei cittadini. Alle Europee dello scorso anno a Platì ha votato solo il 13,5% degli aventi diritto.

La rassegnazione e la mancanza di candidati

San Luca, anch’esso comune sciolto ben tre volte per infiltrazione mafiosa, è da tempo che non riesce ad avere un sindaco demoeletto. Non si trovano cittadini disposti a candidarsi al governo del comune probabilmente anche perché lo scioglimento per infiltrazione mafiosa sembra un evento inevitabile. L’ultimo commissariamento risale allo scorso marzo quando la guida del comune era stata affidata dal prefetto ad un commissario straordinario, a causa della mancata presentazione di liste nelle elezioni comunali. Nelle regionali del 2021 a San Luca aveva votato il 23,6% degli aventi diritto; alla Camera nel 2022 aveva votato il 21,5%; alle ultime Europee la percentuale si era abbassata al 21,5%.

La mancata partecipazione dei cittadini è un pericolo per la qualità della democrazia

Un deficit democratico cui sembra non si possa rimediare

Se uno dei principali indicatori del funzionamento istituzionale della democrazia è il grado della partecipazione politica ed elettorale dei cittadini, questi dati su San Luca e Platì, i comuni più “astensionisti” d’Italia, rappresentano un serio allarme. In verità, questa situazione di deficit democratico si prolunga peggiorando nel tempo e sembrano non esserci, al momento, soluzioni che possano fermare questo declino. È di tutta evidenza che l’intervento dello Stato, soprattutto con l’insediamento dei vari commissari, organi straordinari sostitutivi della pubblica amministrazione, non ha prodotto risultati apprezzabili. L’attestazione di questo “fallimento” si può leggere proprio nei dati sulla partecipazione elettorale, in questa come in tutte le altre occasioni, nei quali si riscontra tutta la sfiducia e diffidenza dei cittadini nei confronti delle istituzioni democratiche.

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