Il 30 maggio 2022, la Calabria e il Sud perdevano una delle loro voci più interessanti, un intellettuale che ha saputo illuminare le ombre di una terra spesso incompresa: Luigi Maria Lombardi Satriani. Antropologo, narratore, guida civile, il suo nome risuona ancora come un canto che intreccia le radici profonde della cultura popolare con l’aspirazione a un Sud consapevole della propria dignità. Nato nel 1936 a San Costantino di Briatico, nel cuore pulsante di una Calabria viva e complessa, Lombardi Satriani non si è limitato a studiare la sua terra, ma l’ha abitata con il pensiero, l’ha raccontata con il cuore, l’ha difesa con la mente.
La Calabria laboratorio di significati
La sua Calabria non è mai stata solo un luogo, ma un laboratorio vivo di significati, un crocevia di resistenze culturali che ha saputo esplorare con uno sguardo acuto, empatico, lontano dai cliché di un Meridione ridotto a stereotipo. All’Università della Calabria, ad Arcavacata, ha lasciato un’impronta che ancora oggi vibra nei corridoi accademici e nelle comunità studiate, fondatore del Centro Interdipartimentale di Documentazione Demoetnoantropologica (Cidd), insieme a studiosi come Ottavio Cavalcanti, Vito Teti, John Trumper, Giovanni Sole, Fulvio Librandi ha trasformato il folklore in un atto di ribellione culturale, dando voce agli “ultimi” e dignità alle tradizioni popolari. Le sue opere, per esempio – da Il folklore come cultura di contestazione (1966) a Lo sguardo dell’angelo (1992) – sono mappe per decifrare un Sud che non si arrende, che si autorappresenta, che sfida i pregiudizi con la forza della propria storia.

Sacro e profano osservati col rigore dello studioso
La religiosità popolare, il rapporto tra sacro e profano, figure come Natuzza Evolo – esplorata con rispetto in lavori come Natuzza Evolo. Il dolore e la parola (2006) – sono stati per lui non solo oggetti di studio, ma dialoghi vivi con l’anima di una terra. Lombardi Satriani non si è mai rinchiuso nella torre d’avorio dell’accademia. Senatore della Repubblica (1996-2001), membro della Commissione Cultura e della Bicamerale antimafia, ha portato la sua riflessione antropologica nelle aule della politica, dimostrando che comprendere il Sud significa anche affrontarne le ferite sociali. La fondazione del periodico Voci e la presidenza dell’AISEA sono stati ulteriori tasselli di un impegno che ha ispirato generazioni.

L’omaggio dell’Unical
Nel 2016, l’Unical gli ha reso omaggio con una laurea honoris causa in Filologia Moderna, riconoscendo un intellettuale che ha fatto della Calabria e del Meridione in generale, non una periferia, ma un centro di significati universali. A tre anni dalla sua scomparsa, il suo “sguardo da vicino” continua a parlarci, a ricordarci che il Sud è un sentimento, una narrazione, una sfida. Luigi Maria Lombardi Satriani non è solo un ricordo, ma è una presenza che ci invita a guardare, ascoltare e raccontare la nostra terra con intelligenza e amore.