Concessioni e partecipate, la regione a perdere si chiama Calabria

Le difficoltà a rendicontare le entrate, la gestione del Patrimonio che sembra una barzelletta. Poi la solita evasione fuori controllo. Storie di ordinaria assurdità contenute del Documento di economia e finanza

Condividi

Recenti

La Giunta regionale ha approvato, con delibera 480, il Documento di Economia e Finanza per il triennio 2022-2024. Emerge un quadro preoccupante sullo stato della Calabria: robusta evasione tributaria sulle tasse automobilistiche, gestione del patrimonio regionale senza adeguato controllo, mancata riscossione delle entrate in conto capitale, perché non si riesce a governare la rendicontazione, a fronte di spese in conto capitale che continuano a crescere.

La voragine sanitaria ed il Pnrr costituiscono le sponde opposte della complessa matassa che va dipanata per dare una prospettiva diversa alla regione. Da un lato c’è una decennale situazione di sbandamento nell’amministrazione finanziaria e nella gestione dei servizi sanitari per i cittadini. Dall’altro si prospetta l’opportunità delle risorse del Pnrr, che costituiscono l’ultima vera occasione per imprimere una svolta verso lo sviluppo.
Il nostro viaggio dentro il Def non può che partire dai numeri, quelli delle entrate e delle uscite. Emergono indicazioni che spiegano meglio di tante altre considerazioni astratte le ragioni della crisi regionale.

concessioni-partecipate-roberto-occhiuto-i-calabresi
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto
La difficoltà di rendicontare le entrate

Nel 2020 il volume delle entrate totali accertate a consuntivo nel bilancio regionale è pari a 5,74 miliardi di euro, in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente (-0,29%). Quanto alle previsioni per gli anni successivi, il valore nettamente più alto registrato nel 2021 per le entrate in conto capitale non è attribuibile a più elevate assegnazioni statali o comunitarie. Riguarda, invece, risorse per contributi a rendicontazione non utilizzate nel corso del 2020, riprogrammate in attesa di definirne l’utilizzo o differite negli anni successivi.

Il valore percentuale del 2021 delle entrate in conto capitale rispetto al volume totale delle entrate (31,9%) rispecchia una difficoltà strutturale nell’utilizzo delle risorse destinate agli investimenti ed allo sviluppo. Eppure, nonostante questa sia la fotografia di un drammatico punto di debolezza, si stima di passare in un anno da un valore rendicontato di poco più di mezzo miliardo di euro del 2020 a 2,7 miliardi nel 2021.

Le previsioni

Considerato che siamo ormai avviati verso la conclusione dell’anno, varrebbe davvero la pena di augurarci che sia così quando dovrà essere redatto il bilancio consuntivo del 2021. I valori molto bassi delle entrate in conto capitale previsti nel biennio 2022 e 2023 scontano, invece, nella scelta di pianificazione condotta dalla Regione, la mancata previsione delle risorse destinate all’attuazione della programmazione comunitaria e nazionale 2021-2027 ancora tutta da definire.
Eppure, forse, qualche stima poteva essere messa in conto, considerando che le risorse di investimenti per il PNRR dovranno tutte essere utilizzate entro il 2026. Non c’è mica molto tempo per spendere e rendicontare questi ingenti finanziamenti disponibili.

Virtuosi all’improvviso? È il contrario

Nel 2020 il volume complessivo degli impegni risulta pari a 5,6 miliardi di euro circa, in aumento rispetto al 2019 (+1,2%). Dall’analisi della composizione della spesa distinta per tipologia si delinea un andamento divergente: aumentano le spese correnti (+0.9%) e soprattutto quelle in conto capitale (+8.8%), diminuiscono le spese per rimborso mutui (-57,3%). In apparenza, siamo entrati improvvisamente nel pianeta dei virtuosi: le spese in conto capitale aumentano molto più rapidamente delle spese di parte corrente, mentre gli oneri finanziari si riducono.

La realtà sta al polo opposto. Mentre corrono le spese in conto capitale, crollano in modo simmetricamente opposto le riscossioni delle entrate in conto capitale, per la incapacità di rispettare i meccanismi della rendicontazione. Si rischia di aprire in questo modo una voragine nei conti regionali, tale da dare il colpo di grazia alla finanza locale. Soprattutto se teniamo in conto il volano di risorse molto ingente che attiveranno contestualmente il PNRR e la prossima tornata di fondi comunitari 2021-2027.

La diminuzione delle spese per il rimborso dei mutui si deve alla sospensione delle rate di ammortamento a carico del bilancio statale in scadenza non pagate nel 2020 per effetto della legge n. 27 del 24 aprile 2020, ma che devono essere coperte nell’annualità 2021 con oneri a carico del bilancio regionale (oltre 3 miliardi di euro), e alla rinegoziazione con Cassa Depositi e Prestiti dei mutui in ammortamento con oneri di rimborso a carico del bilancio regionale per far fronte alle esigenze di liquidità determinate dal Covid 19.

Le riscossioni crollano

Le riscossioni delle entrate in conto capitale sono pari, sul totale delle entrate del 2021, solo all’1,5% rispetto all’11,1% del 2016. Il dato dell’anno in corso di conclusione, anche se parziale, rende in ogni caso ancora più evidente la difficoltà di riscossione dei contributi a rendicontazione. Il suo ammontare desta al momento forti preoccupazioni, soprattutto se rapportato al livello dei pagamenti. La riscossione delle entrate in conto capitale è passata da 579,5 milioni di euro nel 2016 a 58,1 milioni nel 2021.

Evasione fuori controllo

L’altro fenomeno da ricondurre ancora sotto controllo è l’elevato livello di evasione fiscale, che riguarda innanzitutto le tasse automobilistiche. Ogni anno vengono inviati in Calabria oltre 250.000 accertamenti, per un valore approssimato pari circa al 33% del tributo dovuto (180 milioni di euro).


Nonostante le azioni attivate per il recupero, resta circa un 20% di introiti fiscali che non vengono incassati dalla Regione Calabria per le tasse automobilistiche. La situazione sta andando a peggiorare: nel 2021 le riscossioni spontanee ammontano a 91 milioni di euro, rispetto ai 123,3 milioni di euro del 2018. Per gli altri tributi regionali la situazione è meno preoccupante, ma non certo tranquillizzante perché i soggetti passivi sono inferiori di numero e si tratta prevalentemente di persone giuridiche.

Gestione patrimoniale: una catastrofe

Il patrimonio regionale costituisce un altro fronte aperto di dimensioni significative. A fronte di 37 atti di concessione, di cui 10 a titolo gratuito e 27 a titolo oneroso, si registra un introito annuo per la Regione di 31.661 euro. Non è un errore di battitura: trentunomilaseicentosessantuno euro. Sembra una barzelletta, ma le cose stanno proprio così.

Per sole otto concessioni sono stati versati i canoni dovuti, per 6 è stato emesso un decreto di risoluzione con contestuale pagamento degli arretrati, per altre 6 è stato avviato lo stesso procedimento, mentre per altre 7 sono in corso gli accertamenti sui pagamenti effettuati.

Il settore demaniale idrico incassa 2 milioni di euro per 22 concessioni di sorgenti, 373 concessioni di pozzi, 101 concessioni per derivazioni di acque superficiali, 65 concessioni di acque demaniali. A fronte dei beni assegnati in gestione a privati, non pare proprio di poter dire che i concessionari siano stati posti sul lastrico dall’esoso esattore regionale calabro.

Contenzioso e pignoramenti peggiorano il quadro

Poi c’è il capitolo dolente del contenzioso. Al 31.12.2020 la Regione ha accantonato un fondo rischi per potenziali soccombenze pari a 136,6 milioni di euro, con un incremento rispetto all’anno precedente del 51%. Nel bilancio 2021 ne sono stati accantonati altri 23,1 milioni, con una previsione di ulteriori 11,2 milioni per ciascuna successiva annualità del 2022 e del 2023.
Altri 3 milioni di euro se ne vanno ogni anno per debiti fuori bilancio e per esecuzione di pignoramenti da parte di terzi. L’importo dei pignoramenti viaggia attorno ai 30 milioni di euro all’anno. Deriva in parte rilevante dalla esecutività di sentenze originate da situazioni debitorie di soggetti terzi a loro volta debitori verso la Regione Calabria.

Le società partecipate tra liquidazioni e fallimenti

Sono quindici le società partecipate dalla Regione Calabria: tre sono pienamente controllate con il 100% delle azioni (Ferrovie della Calabria, Terme Sibarite e Fincalabra), cinque sono in fallimento, quattro in liquidazione: sembra più un ospedale che una sistema di organizzazione economica.
L’indirizzo della Regione consiste nel mantenere l’assetto azionario in sei casi, alienare sotto forma di cessione a titolo oneroso in un caso (Comalca scrl), seguire le procedura di liquidazione per le restanti tre ed attendere l’esito delle altre 4 procedure fallimentari.

Concessioni-partecipate-sorical-i-calabresi
La diga del Menta, gestita dalla Sorical, società partecipata della Regione Calabria
Crescono le addizionali

A distanza di circa undici anni dall’avvio del commissariamento, la gestione sanitaria costituisce la più grave problematica della regione, per via di un persistente debito che si mantiene ancora molto elevato, oltre che per una qualità dei servizi molto modesta.
Per ridurre quell’enorme disavanzo è stato approvato un piano di rientro. In nome del risparmio, oltre a ricalcare i tagli già previsti a livello nazionale, ha smantellato diversi ospedali, comportando disagi alla popolazione. Ha previsto inoltre riduzioni di spese, producendo una carenza di servizi, che non garantiscono, ancora dopo undici anni, la risposta alle esigenze di salute per troppo tempo compromesse nella regione.

Non si è nemmeno riusciti a ricostruire il quadro del contenzioso che grava come ulteriore spada di Damocle sulla già pesante situazione debitoria. Nel 2020 il 67,4% del bilancio regionale è destinato al funzionamento del Servizio sanitario, comprese le risorse derivanti dalla fiscalità regionale finalizzata alla copertura dei disavanzi.
In considerazione del disavanzo non coperto per gli anni 2018 e 2019, portato a nuovo, si sono realizzate nel 2020 le condizioni per l’applicazione degli automatismi fiscali previsti dalla legislazione vigente. Ciò comporta l’ulteriore incremento delle aliquote fiscali di IRAP e addizionale regionale IRPEF per l’anno d’imposta in corso, rispettivamente nelle misure di 0,15 e 0,30 punti.

La Calabria storicamente mostra uno scarsissimo indice di attrattività sanitaria, a fronte di una elevatissima mobilità passiva, determinata, principalmente, dalla carenza di servizi sanitari. Nel 2020 il saldo di mobilità sanitaria extraregionale è pari a -287,3 mln di euro, mentre quello di mobilità sanitaria internazionale è pari a -1,5 mln di euro.

pnrr_presentazione
La presentazione del Pnrr con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio, Mario Draghi
Verso il Pnrr

Questo è lo stato di forma con la quale l’istituzione territoriale si presenta all’appuntamento del PNRR. La forbice tra rendicontazione delle entrate in conto capitale e aumento delle stesse spese in conto capitale è una questione che rischia di essere deflagrante per i prossimi anni.
La Calabria viene specificamente citata nel PNRR per diversi cantieri di attività:

  • la conversione verso l’idrogeno delle linee ferroviarie non elettrificate e caratterizzate da elevato traffico in termini di passeggeri con un forte utilizzo di treni a diesel;
  • le misure per garantire la piena capacità gestionale nei servizi idrici integrati;
  • gli interventi infrastrutturali e tecnologici nel settore ferroviario con particolare riferimento alla realizzazione dei primi lotti funzionali delle direttrici Salerno-Reggio;
  • i collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci permettendo di ridurre i tempi di percorrenza e di aumentare la capacità;
  • il miglioramento delle stazioni ferroviarie nel Sud;
  • il rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES) mediante una riforma che punti a semplificare il sistema di governance delle ZES e a favorire meccanismi in grado di garantire la cantierabilità degli interventi in tempi rapidi.

Trecento milioni di euro dovrebbero inoltre essere assegnati alla Calabria per interventi destinati a migliorare le infrastrutture sanitarie. Una cifra sostanzialmente identica spetta alla Calabria per interventi per la mobilità sostenibile e per il miglioramento della qualità nelle ferrovie regionali. Si tratta di un volume di investimenti di estremo rilievo in settori dove la debolezza competitiva della Calabria oggi genera scenari che non consentono di liberare adeguate energie per lo sviluppo del territorio.

Sostieni ICalabresi.it

L'indipendenza è il requisito principale per un'informazione di qualità. Con una piccola offerta (anche il prezzo di un caffè) puoi aiutarci in questa avventura. Se ti piace quel che leggi, contribuisci.

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi in anteprima sul tuo cellulare le nostre inchieste esclusive.