Stavolta la nomina non l’ha fatta un politico. La politica però in qualche modo c’entra sempre. Anche quando una superburocrate a capo di un apparato monstre decide di affidare all’esterno un incarico che, evidentemente, a suo parere non si può proprio assolvere con le risorse interne. Difficile a credersi, ma è quanto succede in uno dei Palazzi in cui resistono privilegi impensabili in altri luoghi di lavoro.
Il segretario della segretaria generale
L’ultima perla consegnata ai calabresi attraverso il Burc riguarda l’ennesima chiamata diretta in uno staff. Solo che stavolta non si tratta di un consigliere regionale, ma del vertice della struttura amministrativa di Palazzo Campanella. Il segretario generale Maria Stefania Lauria, che sta al punto più alto di una piramide di ben 250 dipendenti, ha dovuto arruolare un esterno come suo segretario particolare.

Quarantamila euro per il portaborse
Lei percepisce uno stipendio di 184mila euro lordi all’anno, a cui si aggiunge un’indennità di risultato in rapporto ai mesi di servizio e alla valutazione dei risultati conseguiti. Il suo segretario particolare al 100% ne prenderà invece 40mila. Molti di meno, certo, ma in realtà il prescelto, tale Francesco Noto, con questa nomina raddoppia: fino al giorno prima era infatti il segretario particolare al 50% del presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso.
La fortuna del portaborse
È questo uno dei tanti tratti quantomeno singolari di questa vicenda, che vede un portaborse passare di fatto dallo staff di un organo politico di vertice a quello del più alto burocrate dello stesso palazzo. Ma di passaggi che destano, diciamo così, un certo stupore, ce ne sono anche altri. Il primo, lampante paradosso, è che un dirigente che è a capo di una megastruttura amministrativa il cui personale costa già di per sé 25 milioni di euro all’anno di soldi pubblici decida di farne spendere un altro po’ per pescare all’esterno un collaboratore.
Promossa da Tallini
Un altro è che la stessa Lauria, a cui l’allora presidente Mimmo Tallini ha affidato anche la direzione generale del consiglio regionale, abbia già alle dipendenze dirette un Settore (il Segretariato generale, appunto) che conta solo al suo interno circa una cinquantina di persone. Per non parlare degli altri uffici che, comunque, sempre a lei fanno riferimento.
C’è poi il fatto che il provvedimento, una determina dirigenziale, porti la firma, oltre che della responsabile del procedimento Romina Cavaggion, anche della stessa Lauria, alla quale il 19 gennaio scorso l’Ufficio di Presidenza – di cui ovviamente è a capo Mancuso – ha conferito l’incarico dirigenziale ad interim del Settore Risorse Umane.

Si libera un posto nella struttura del presidente del consiglio regionale
Per ricapitolare, dunque, con questo atto Lauria comunica al Settore diretto da Lauria che intende avvalersi di un collaboratore esterno. E Lauria prende atto che nulla osta alla nomina del segretario particolare che la stessa Lauria poi dispone con una sua determina. Liberando così, ché non guasta mai, un posto in più nella struttura del presidente del consiglio regionale, il quale certamente troverà presto un sostituto di Noto, che vi era stato inserito lo scorso 25 novembre.
Certamente sarà tutto legittimo, e si tratta comunque di poca cosa rispetto alla guerra dei mandarini che abbiamo già raccontato. Ma è la conferma di quanto il pudore, al contrario di una miriade di portaborse, non trovi proprio alloggio ai piani alti di Palazzo Campanella.