L’ultimo episodio arriva da Catanzaro, con la maxi operazione antidroga di pochi giorni fa nel quartiere Aranceto che ha visto coinvolto anche un minore. E va ad aggiungersi a un lungo elenco che fa della Calabria uno dei territori italiani a dare maggior lavoro ai servizi della giustizia minorile. Ad oggi, in base ai dati diffusi nei giorni scorsi dal Ministero della Giustizia, in tutta Italia hanno in carico circa 13mila tra minorenni e giovani adulti (da 18 a 25 anni). E di questi solo una piccola parte si trova in stato di detenzione. Della maggior parte di loro si occupano gli uffici di servizio sociale per i minorenni (Ussm), una modalità che consente, con provvedimenti disposti dal giudice, l’adozione di un progetto educativo costruito ad hoc sulle necessità e la personalità del minore.
Gli imputati minorenni sono per il 70% italiani e per il 30% stranieri. Sia fra gli italiani che fra gli stranieri le percentuali di genere sono molto simili: oltre l’84% sono maschi e meno del 16% sono femmine. Nel caso dei maschi il 30,5% degli imputati ha fra i 14 e i 15 anni mentre il 69% ne ha 16 o 17. Fra le femmine le percentuali variano considerevolmente e osserviamo che le ragazze imputate con un’età fra i 14 e i 15 anni (40%) sono percentualmente più dei ragazzi e quelle imputate con un’età fra i 16 e i 17 anni (60%) sono percentualmente meno dei ragazzi.
Esiti e tipologie di reati commessi
I numeri più elevati riguardano i reati legati al mondo della droga in primis, seguiti da furti, rapine e lesioni personali. Ma sono in aumento anche i reati a sfondo sessuale e quelli legati alla pornografia minorile. In molti casi (22,14%) il pm ha esercitato anticipatamente l’azione penale, chiedendo al giudice, nel corso delle indagini preliminari, di pronunciarsi con una sentenza di non luogo a procedere per irrilevanza del fatto. Ha invece richiesto il rinvio a giudizio nel 37% dei casi, e nel 6% dei casi è stato chiesto di procedere con un rito alternativo.
I dati calabresi
In Calabria, tra cittadini italiani e stranieri, i minorenni e i giovani adulti presi di cui si occupa l’Ussm al 15 ottobre scorso sono circa mille, 962 per la precisione. A Catanzaro 220 presi in carico per la prima volta nel 2021 e 403 già in precedenza, per un totale di 623. A Reggio Calabria 134 presi in carico per la prima volta nel 2021 e 205 prima di quella data, per un totale di 339. Non ci sono presenze al momento nei centri di prima accoglienza. Se ne registrano, invece, 3 nelle comunità ministeriali, 16 nelle comunità private, 12 nell’Ipm di Catanzaro. Tutti gli altri (la maggior parte) sono seguiti o in strutture di altre regioni o presso le loro abitazioni.
Catanzaro e Reggio ai piedi del podio
I minori segnalati con un’età inferiore ai 14 anni sono il 6,23% sul totale dei minori nel 2017. Percentuale in diminuzione dal 2015, quando invece i minori di 14 anni segnalati erano l’8,33%. I numeri più alti si registrano a Roma, Bologna e Palermo e subito dopo questi grandi centri urbani viene la Calabria con le due città di Catanzaro e Reggio Calabria, che hanno tribunali per i minori e quindi monitorano i dati. Nei casi di reati commessi da minori e giovani adulti la prevenzione ovviamente è molto più importante di tutti gli altri interventi. Anche perché non si deve mai dimenticare che quando si parla di criminalità in Calabria si finisce prima o poi di parlare di ‘ndrangheta.
Recidiva alta
L’esame delle statistiche ufficiali rileva che i reati più diffusi sono quelli contro il patrimonio, quale il furto di autovetture o il furto in casa. Negli ultimi tempi si registra, comunque, un’evoluzione della tipologia di reato: diversi casi di spaccio di sostanze stupefacenti che confermano l’intreccio dei rom e della criminalità organizzata nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti sul territorio. La tendenza alla recidiva di questi minori, è molto alta. Elevata è l’imputazione di concorso e la correità tra minori rom e a volte con rom giovani adulti. I casi in cui i minori stranieri sono per lo più soli sono infine quelli in cui risultano più esposti al rischio di coinvolgimento nelle attività criminali gestite dai gruppi delinquenziali locali.
Quartieri a rischio
I territori più interessati dal fenomeno della delinquenza minorile regionale sono vari ed alcuni lo sono più di altri. Una fetta grossa di utenza proviene dalla città di Cosenza e dalle zone vicine, in particolare dall’alto Jonio Cosentino (città di Corigliano Rossano e Cassano Jonio). È importante sottolineare che molti minori entrati nel circuito penale vivono nell’area dei quartieri a rischio, con situazioni di marginalità e scarsa presenza di servizi.
Intrecci mafiosi
L’attenzione maggiore richiesta all’Ussm di Catanzaro proviene dai territori di Lamezia Terme, Crotone e Vibo Valentia e in generale, inquadrando la delinquenza minorile in una visione a largo raggio, dove il fenomeno dell’estorsione legato all’opera della mafia è in considerevole aumento: diversi gli ingressi nei servizi di minori per estorsione, rapina e uso illegale di armi. Sono da segnalare anche vari casi di 416 bis provenienti dalla provincia di Reggio Calabria. Il territorio reggino è quello più segnato dalla presenza di minori appartenenti a contesti di criminalità organizzata di stampo mafioso, che si intrecciano con storie di marginalità e devianza.