Ma oggi che orgasmo avrai?

Il capitalismo ci sta rubando pure il piacere, la scoperta, la lussuria e la cultura. Il nostro immaginario erotico instagrammabile tra un’inquadratura su seno o glutei di una donna, un fisico maschile palestrato e glabro o corpi queer forzatamente pensati per creare un corto circuito estetico

Condividi

Recenti

Il 31 Luglio è stata la Giornata Mondiale dell’Orgasmo, un modo alternativo per aprire altre discussioni su vari aspetti di questo argomento, “sensibilizzare” ed educare su una corretta e sana vita sessuale.
A “corretta e sana vita sessuale” avrei voluto lanciare il pc a terra e urlare “mi sono rotta le ovaie di questa etica commerciale sulla sessualità. Non ne posso più di video, contenuti social, sexy guru, educatrici sessuali, mediche ed influencer che ci urlano che il sesso non è una performance mentre ci vendono giocattoli per il piacere, creme, lubrificanti e candele”! E voi direte … “ma non sei tu forse quella che dal 2017 ci fracassi il fracassabile con questi argomenti?”
Facciamo il punto della situazione e capiamo come il capitalismo ci stia rubando pure il piacere, la scoperta, la lussuria e la cultura.

I NUMERI

Le ricerche online (tra il 2024 e il 2025) su termini come “cos’è un orgasmo” superano le 30.000 all’anno, mentre “Come raggiungere l’orgasmo” ne totalizza oltre 38.500. Le ricerche sull’orgasmo femminile sono circa quattro volte più frequenti di quelle sull’orgasmo maschile, riflettendo una maggiore difficoltà percepita e interesse a risolverla.
In verità sappiamo che la sessualità femminile, sia a livello culturale, sanitario e “pratico” è ancora un argomento tabù, riconducibile più alla sfera personale e privata, meno ad un discorso collettivo.
Insomma, per dirla in modo diretto “dimmi come e con chi scopi e ti dirò chi sei!”.

ORGASMO: PARLARNE FA ABBATTERE TABÙ

Parlare quindi di sessualità è un bene sempre, perché contribuisce almeno ad abbattere il primo tabù: se ne parlo, la mia sessualità esiste, a prescindere da chi sono, dalla mia età e dal mio status. Ma… c’è un ma… l’educazione alla sessualità – soprattutto femminile – è diventata un business, un tramite per vendere l’ultimo toy, divulgare il contenuto imperdibile dell’ennesim* content creator, un articolo acchiappa like con link nascosto di un prodotto da vendere.

Quindi… il sesso vende! Sdoganiamo la sessualità femminile, che è quella da sempre più volubile e discussa, insegniamo alle donne come essere più “libere e desiderabili” e poi creiamo loro anche problemi da risolvere: cattivo odore, maschere di bellezza per la vulva, creme sbiancanti per la vulva, profumi e unguenti.
Ma che ne sappiamo davvero di sesso? Che ci dice la letteratura e non la saggistica? Che ne sappiamo di rivoluzione sessuale? E perché in un mondo sempre così iperconnesso, con dati accessibili e sempre reperibili, le nuove generazioni fanno meno sesso e non lo sanno neppure praticare?

EROTISMO SVUOTATO 

I giovani (non tutti, ma molti) sono cresciuti in un mondo dove il corpo è immagine da ottimizzare, non presenza da abitare. Dove l’erotismo è stato svuotato e sostituito da un’estetica ad alta prestazione, ma a bassa intensità emotiva. L’erotismo è diventato un’auto-sessualizzazione impersonale: il corpo è mostrato per piacere, non per desiderare.
È possibile che l’orgasmo oggi sia più una questione di marketing e meno un fatto erotico?
Sono fermamente convinta che il nostro cervello e i nostri corpi, non siano più erotici. Piegati ad un’estetica instagrammabile (uno stile visivo pensato per piacere, attrarre e performare bene su Instagram e altri social, più che per esprimere una visione artistica -o erotica in questo caso – un gusto personale autentico), abbiano perso non solo unicità, ma sapore, odore, sorpresa.

Un vero e proprio modo di costruire immagini: ambienti, outfit, piatti, corpi, oggetti diventano contenuti visivi curati per ottenere “like”, attenzione e riconoscibilità.
Sparisce così il desiderio inaspettato e imperfetto, la seduzione, la tensione sensuale (molto difficile trovarla nella rappresentazione dell’erotismo che “subiamo” io almeno la subisco) e che è molto più vicino alla sessualizzazione del sesso.

COSA C’È DI EROTICO IN TUTTO QUESTO?

[jetpack-related-posts]

La differenza tra erotismo e sessualizzazione è profonda, netta, riguarda l’intenzionalità, la percezione, il modo insomma, in cui si manifesta il desiderio. La sessualizzazione è un modo in cui una persona (o una parte del corpo) viene rappresentata solo o principalmente in funzione del desiderio sessuale altrui, spesso senza consenso o intenzione da parte del soggetto rappresentato.
Cosa c’è di erotico in questo? Dove sta la sensualità implicita, lo scambio emotivo e fisico che stimola l’immaginazione, produce una fantasia, un desiderio, un’attesa e spesso smuove un’azione – anche lenta – che non impone, ma allude.

Il nostro immaginario erotico instagrammabile oscilla tra un’inquadratura insistita sul seno o sui glutei di una donna, un fisico maschile palestrato e glabro o corpi queer forzatamente pensati per creare un corto circuito estetico, tutti questi corpi hanno una sola cosa in comune: sono una strategia di marketing chiamata anche “sex sells” (il sesso vende) e si basa sull’idea che l’attrazione sessuale attiri l’attenzione e aumenti il desiderio — non solo per il corpo, ma per l’oggetto associato.

Ma per quanto ci possa sembrare rivoluzionario mostrare liberamente un corpo, anche non conforme, farlo in determinati contesti pubblicitari, resta comunque oggettivazione, mal celati stereotipi e una rappresentazione distorta del corpo umano.
Lo slogan è: il sesso non deve essere performante, ma in verità quello che ti dice è “il sesso non deve essere performante, ma il tuo corpo sì”. Da sempre l’associazione tra bellezza e successo è pervasiva e si porta dietro una promessa: compra questo e sarai desiderabile.
E quindi… oggi… che orgasmo avrai?

Paola Sammarro

Sostieni ICalabresi.it

L'indipendenza è il requisito principale per un'informazione di qualità. Con una piccola offerta (anche il prezzo di un caffè) puoi aiutarci in questa avventura. Se ti piace quel che leggi, contribuisci.

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi in anteprima sul tuo cellulare le nostre inchieste esclusive.