Spendi, spandi e scendi: tra Gallo e Reggina la luna di miele è finita?

Re delle agenzie interinali tra indagini, ispezioni e vecchi problemi con il fisco. Il presidente degli Amaranto che prometteva la serie A adesso chiede al nuovo allenatore Stellone di evitare i playout. Le contestazione dei tifosi e l'amore con la città al capolinea

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“Come si cambia” canta Fiorella Mannoia. E come sono cambiati a Reggio Calabria il clima e l’umore nei confronti del presidente della Reggina, Luca Gallo. Arrivato in riva allo Stretto da trionfatore, rilevando la società dalla famiglia Praticò, Gallo è stato, per anni, osannato. Quasi idolatrato. Esternazioni di giubilo, propositi di risalita, per una società che, nei primi anni 2000, è stata capace di rimanere in serie A per circa un decennio. Cori allo stadio. Amato più dei bomber che gonfiavano le reti in campo. I tifosi preferivano una foto con Gallo piuttosto che uno scatto con El Tanque, German Denis. O un autografo del “presidentissimo”, anziché la firma dell’ex Roma e Milan, Jeremy Ménez. Ma qualcosa sembra essersi rotto.

Gli scarsi risultati

I primi anni, con la promozione dalla Lega Pro alla serie B lasciavano presagire un miracolo amaranto. Con una città che, notoriamente, ha sempre vissuto a pane e calcio, i tifosi sognavano ritornare a vincere all’Olimpico. O fare ammattire Inter e Milan. A far uscire la Juventus con le ossa rotte dal Granillo. Ma la spinta propulsiva dell’avvio dell’esperienza in riva allo Stretto, sembra essersi un po’ spenta per Luca Gallo e il suo entourage.

Una società che, negli anni, ha cambiato diverse volte il proprio organigramma. Con il fedelissimo Vincenzo Iriti, prima vicinissimo al presidente con il ruolo di direttore generale, poi scomparso dai radar con le dimissioni e ora, solo recentemente, rientrato nei ranghi. Ma anche la fugace esperienza di una bandiera della Roma come Tonino Tempestilli, per un po’ di tempo responsabile dell’area giovanile amaranto. Poi dimessosi senza troppe spiegazioni. Per non parlare dell’altrettanto oscura (e polemica) interruzione del rapporto con un altro dg, Giuseppe Mangiarano.

Le scelte sbagliate

Insomma, è possibile da tempo udire distintamente gli scricchiolii nel percorso di Gallo a Reggio Calabria. E anche l’operato del direttore sportivo Massimo Taibi, ex grande portiere amaranto, è sul banco degli imputati. Tra acquisti improbabili, giocatori pagati a peso d’oro a fine carriera e scelte di mercato che continuano a non convincere, l’attuale stagione della Reggina, iniziata con fiducia e con ottimi risultati in serie B, sta prendendo una piega preoccupante.

La dirigenza aveva puntato sull’appartenenza amaranto. E così, all’inizio della stagione, il ruolo di trainer era stato affidato una vecchia gloria come Alfredo Aglietti. Indimenticato attaccante delle stagioni in serie C, prima di approdare al Napoli. Un avvio promettente fino al secondo posto in classifica, che aveva fatto immaginare un po’ a tutti una stagione alla ricerca dei playoff. Ma poi un crollo verticale che, alla fine, è costata la panchina all’allenatore.

Mimmo Toscano, ex tecnico della Reggina (foto pagina Facebook Reggina1914)

E così, Gallo e Taibi hanno tentato di sistemare le cose con una scelta low cost. Richiamando cioè l’ex allenatore Mimmo Toscano, reggino doc, ancora sotto contratto, dopo l’esonero della scorsa stagione. Poche partite, risultati, se possibile, ancor più deludenti, anche sotto il profilo del gioco espresso. A costare la panchina a Toscano è stata la sconfitta in casa del Monza.

Tre allenatori in metà stagione

La crisi amaranto sembra senza fine. L’ultima mossa del duo Gallo-Taibi è ancora nel solco della tradizione. Con l’esonero di Toscano, infatti, arriva il terzo tecnico nella sgangherata stagione amaranto. Questa volta la società punta su Roberto Stellone, ex attaccante della Reggina nella stagione 2003-2004.

Ma adesso gli obiettivi sono ben altri. La Reggina, infatti, si trova attualmente in 14esima posizione con 23 punti. Viene da un solo pareggio nelle ultime otto giornate. E deve guardarsi le spalle, dato che la maggior parte delle squadre dalla 13esima posizione in giù ha addirittura disputato una partita in meno rispetto agli amaranto. Insomma, il rischio di perdere ulteriori posizioni, quando alcune gare rinviate per Covid saranno recuperate, è concreto. E inquietante.

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La presentazione di Stellone

A Stellone, quindi, la dirigenza ha chiesto di evitare i playout. Una vera e propria lotteria che potrebbe condurre la Reggina alla clamorosa retrocessione in Lega Pro. Che dopo le spese pazze di questi anni potrebbe aprire scenari fin qui inesplorati sul futuro di Luca Gallo in riva allo Stretto e, quindi, della società amaranto.

Tempi bui per Luca Gallo?

Sì perché in questi anni Luca Gallo ha speso tanto. Male, ma tanto. Lui che ha acquistato la Reggina per togliersi uno sfizio. Per alimentare il proprio ego. Per emulare grandi presidenti del calcio italiano, spostatisi con successo dal proprio core business ai campi verdi. Lui che, nella vita, ha costruito le sue fortune su altri aspetti. Per qualcuno, sullo sfruttamento degli esseri umani, spolpati professionalmente senza troppe garanzie.

Da anni, le attività di somministrazione della manodopera delle aziende del presidente della Reggina sono al centro di accertamenti e polemiche. La sua azienda, la M&G, con sede a Roma, fornisce dipendenti ad alcune migliaia di aziende. Oltre 4.000, secondo le ultime stime. Ma già da tempo, a seguito di diverse segnalazioni, la società è finita nel mirino dell’Ispettorato del Lavoro. Soprattutto in Emilia Romagna, ma non solo. In diversi casi sono stati segnalati il mancato pagamento di uno o più stipendi ed il mancato versamento dei contributi previdenziali.

La galassia aziendale di Luca Gallo

Qualche anno fa il Ministero del Lavoro sosteneva che il sistema con cui opera Gallo racchiudesse una serie di illeciti, penali e amministrativi. Ma anche recuperi contributivi per circa 30 milioni di euro.

Nel 2018, la M&G si è anche impegnata a versare 7 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate, evitando in questo modo l’insorgere di una lite tributaria. Questo perché la Guardia di Finanza, nel giugno 2017, avrebbe effettuato delle indagini a carico della M&G, con riferimento ai pagamenti riguardanti il quadriennio d’imposta 2013-2016. Trovando, evidentemente, delle irregolarità per svariati milioni di euro.

Nel corso della scorsa estate, peraltro, a quasi tutti i dipendenti della Reggina 1914 srl è stato chiesto di “traslocare” il proprio contratto presso la società Azione Lavoro srls, di recente creazione, con sede a Roma e di proprietà di Luca Gallo. Una mossa che è stata interpretata come un alleggerimento sul piano economico e, forse, anche fiscale.

La battaglia con l’Ordine Nazionale dei Consulenti del Lavoro

Sì perché quella è una delle principali accuse mosse nei confronti del modo di operare di Gallo. Da tempo, infatti, l’Ordine Nazionale dei Consulenti del Lavoro taccia Gallo e le sue aziende di sfruttamento delle persone. Sul sito ufficiale dei Consulenti del Lavoro è possibile trovare anche una lettera aperta alla M&G in cui la si invita “a certificare la genuinità dei contratti di appalto da questa stipulati, attraverso le Commissioni di certificazione istituite presso i Consigli Provinciali dei Consulenti del Lavoro; nonché ad asseverare con l’AsseCo la regolarità dei rapporti di lavoro instaurati dalla Cooperativa”. Secondo le denunce dei sindacati, i soldi che la M&G dovrebbe versare all’INPS non arriverebbero mai. Parliamo di 13esime, 14esime e persino i tfr.

L’interrogazione di Laura Boldrini

Tra il luglio 2020 e la fine dello stesso anno, sono anche arrivate anche due interrogazioni al Ministero del Lavoro sulle aziende di Gallo. Una delle due è firmata, tra gli altri parlamentari, anche dall’ex presidente della Camera, Laura Boldrini: «Nella sola Bologna sono state presentate circa 90 denunce da parte di lavoratori che non si sono visti corrispondere la tredicesima, il trattamento di fine rapporto o parte dei contributi e i controlli effettuati hanno messo in luce l’irregolarità di almeno 43 aziende. La questione è stata denunciata all’Ispettorato nazionale del lavoro, che aveva già inviato un’informativa alle sezioni territoriali per metterle in guardia sulla vicenda e avviare i controlli e che, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano, stava svolgendo attività di vigilanza» – è scritto nell’interrogazione al Ministero.

Gallo e Reggio: la fine del feeling

Adesso, per Gallo sembra anche essere finita la “luna di miele” con una piazza esigente come Reggio Calabria. Lui che, nei primi mesi, ci aveva saputo fare. Puntando sulla goliardia e sull’orgoglio del popolo amaranto. Rimane celeberrima la maglietta Lavati i peri e va curcati dopo il derby con il Catanzaro. Il sindaco Giuseppe Falcomatà (oggi sospeso) gli ha anche conferito la cittadinanza onoraria.

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Quando Luca Gallo, presidente della Reggina, sfotteva i tifosi del Catanzaro dopo la vittoria nel derby

Tempi che sembrano molto lontani. Al momento, la Curva Sud, cuore pulsante del tifo amaranto, si è limitata solo a qualche coro per stigmatizzare il difficile momento sportivo vissuto dalla Reggina. Ma online, sul forum ufficiale dei tifosi, su alcune pagine social seguitissime, iniziano ad apparire i primi segni di una contestazione nei confronti del presidente.

Per adesso virtuale, ma col tempo chissà. «Gallo non è diverso dagli altri che ci mettono i soldi» –  scrive un utente da 3 stelle su 6 nel ranking del forum ufficiale Regginalife. «Vero colpevole: la società. Inefficiente e alla deriva più che mai, il resto è una conseguenza» gli fa eco chi, invece, è un utente ancor più storico e attivo, con 5 stelle su 6.«La cosa più grave di tutta questa situazione è che né la squadra né soprattutto la società hanno capito la gravità della situazione, ancora non hanno preso coscienza che così retrocederemo sicuro al 100%»risponde un altro tifoso. E si inizia a puntare il dito sull’aspetto gestionale: «Agire subito prima che sia la fine, se non ci sono i soldi per farlo, allora che si ritorni pure in serie D e basta!» si legge ancora sul forum.

Dagli striscioni di repertorio a quelli veri?

Molti contestano a Gallo una gestione dissennata delle finanze, l’affidamento totale a persone giudicate incompetenti e un atteggiamento smargiasso e accentratore, con sparate, dette in varie occasioni, come «voglio la serie A subito» oppure «porto subito la Reggina in A e poi mollo». La realtà, adesso, è tutt’altra. Lo spettro della Lega Pro inizia a materializzarsi. E tutto ciò potrebbe portare a conseguenze ben più gravi dell’insuccesso sportivo.

Striscioni accompagnano il disappunto dei supporter della Reggina contro la società (foto Instagram Regginanews)

Non è solo il forum ufficiale del malcontento (per adesso virtuale) che cresce attorno alla società e al suo presidente. Negli ultimi giorni, il seguitissimo profilo Instagram “Regginanews” ha pubblicato due foto di repertorio, dove campeggiano due striscioni che sembrano dei chiari segnali alla società. Il primo afferma: «Non basta una vittoria per ricominciare, il nostro sostegno lo dovete meritare. Solo per la maglia». Ancor più esplicito l’altro, dove si legge: «Oltre i risultati, oltre i presidenti, la Reggina siamo noi!».

Un evidente messaggio al presidente che, un tempo, non riusciva a fare due passi in città senza che qualcuno gli chiedesse una foto o un autografo. E se quegli striscioni, quando il calciomercato, tra pochi giorni, sarà chiuso dovessero essere veri e non più di repertorio?

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Striscioni accompagnano il disappunto dei supporter amaranto contro la società (foto Instagram Regginanews)

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