Dopo aver consolidato i pieni poteri in sanità e deminolizzato la Film Commission, Roberto Occhiuto ha portato a casa anche il risultato dell’agognata multiutility. La nuova Autorità regionale acqua-rifiuti è stata affidata, per ora, a un commissario straordinario. Scelto non certo con gli stessi criteri adottati per la nomina del supertecnico Mauro Dolce in Giunta e dei superconsulenti in quota Bertolaso Agostino Miozzo ed Ettore Figliolia.
Il commissario Gualtieri
Occhiuto aveva annunciato un tecnico calabrese e, in barba ai nuovismi a cui lui stesso ci aveva abituato, stavolta ha optato per un usato sicuro. Si tratta di Bruno Gualtieri, volto ben noto in Regione che, a quanto si apprende, si dovrà occupare prevalentemente di rifiuti, almeno per qualche mese, con l’obiettivo dichiarato di evitare di ritrovarsi di nuovo con la spazzatura per strada in estate. E con quello, meno ostentato, di mettere uno sull’altro più mattoncini possibile per il raddoppio del termovalorizzatore e la realizzazione del rigassificatore, entrambi a Gioia Tauro.

Pare che a breve arrivi la nomina anche di un direttore generale che, nelle intenzioni di Occhiuto, si orienterà più verso il servizio idrico e l’affidamento al soggetto gestore – sarebbe in dirittura d’arrivo la trattativa per acquisire le azioni di Sorical – da chiudere entro il 30 giugno per non perdere fondi Ue. Le due figure – commissario e dg – probabilmente dunque coesisteranno per qualche tempo. E il commissario si sostituirà agli altri organi (Consiglio direttivo dei sindaci e revisori dei conti) quando sarà necessario. Fino alla loro costituzione, però, resterà in carica Gualtieri.
L’Ato di Catanzaro e gli altri incarichi
Ma chi è il superburocrate a cui il Duca Conte ha dato le chiavi della Megaditta acqua-rifiuti? Partiamo dall’incarico più recente, quello di dirigente del settore Igiene ambientale del Comune capoluogo e di direttore dell’Ato di Catanzaro. Si tratta dell’Ambito territoriale che in Calabria ha fatto più passi avanti verso una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti, ma nei corridoi della Cittadella qualche maligno mormora che il compito di Gualtieri non sia stato poi così difficile, visto che nel Catanzarese si è ritrovato con gli impianti di Alli e Lamezia funzionanti e con ancora spazio a disposizione nella discarica lametina.
Ma Gualtieri è stato lontano dalla Regione solo per qualche anno. Ha infatti cominciato a bazzicare quegli uffici già nel 1995. Ingegnere, dopo la gavetta degli anni ’80 nell’Ufficio tecnico del suo paese, San Lorenzo, e nelle Commissioni edilizie di altri Comuni della provincia di Reggio, e dopo aver fatto il docente nelle scuole superiori, è stato membro della Commissione urbanistica regionale e poi dell’Autorità regionale ambientale. Quindi consulente dell’Assessorato regionale all’Ambiente dal ‘96 al ‘99 (giunte Nisticò-Caligiuri di centrodestra e Meduri di centrosinistra) e poi dirigente di diversi settori regionali dal 2001 al 2004, nonché del dipartimento Lavori Pubblici fino al 2005.

Gualtieri e quell’altro commissario
Nel suo curriculum ci sono pure degli incarichi che hanno senza dubbio aumentato la sua esperienza. Ma i cui risultati, con gli occhi di oggi, sono piuttosto discutibili. Dal 1998 al 2005 Gualtieri è stato infatti dirigente presso l’Ufficio del Commissario delegato per l’emergenza ambientale. Un commissariamento per cui, stando alle risultanze della Commissione parlamentare di inchiesta che se n’è occupata, in 13 anni le spese sono «lievitate a ben oltre il miliardo di euro, a fronte degli insufficienti risultati ottenuti».
Nei primi anni 2000 risulta aver coordinato molte direzioni dei lavori, effettuato collaudi e partecipato a riunioni al Ministero dell’Ambiente per conto del Commissario. Nel 2002 ha partecipato alla redazione del Piano regionale per l’individuazione definitiva delle discariche di servizio agli impianti e per la progressiva riduzione del numero di discariche di prima categoria esistenti nel territorio della regione. Tra il 2010 e il 2011 ha coordinato il Settore Tecnico dell’Ufficio del Commissario. Quanti obiettivi abbia raggiunto in queste vesti non spetta ai non addetti ai lavori stabilirlo. Però è un fatto che ancora oggi in Calabria ci si ritrovi con la metà dei rifiuti che continua ad andare in discarica. E con montagne di soldi pubblici sborsati per portarli fuori regione e addirittura fino in Svezia.
Ni all’accentramento
Quel che è certo è che il neo commissario dell’Authority cambierà ora linea rispetto agli ultimi anni passati all’Ato di Catanzaro. Da quella postazione ha infatti condotto una discreta “guerra” contro la Regione accentratrice, accusandola addirittura di aver adottato atti illegittimi nel «maldestro tentativo di invadere un ambito proprio degli Ato» provinciali. Lo si legge in una sua comunicazione del febbraio del 2020 relativa ad alcune disposizioni della Regione sui flussi di Css destinati al termovalorizzatore di Gioia Tauro.

Lo stesso Ato di Catanzaro, inoltre, a dicembre del 2021 ha ottenuto dal Tar l’annullamento di un’ordinanza del presidente della Regione (risalente alla reggenza Spirlì) che voleva far portare a Lamezia gli scarti dei rifiuti prodotti da altri territori. Ora che la governance del settore è stata accentrata in un unico Ato regionale, seguendo un percorso inverso rispetto a quello rivendicato anche da Gualtieri negli ultimi anni, certi contenziosi non avranno più ragion d’essere.
E il Gualtieri che dal centro di Catanzaro tuonava verso la Cittadella di Germaneto ora dovrà tenere a bada da commissario le rivendicazioni di tutti i territori. Soprattutto quelle che già arrivano dalla Piana: il consiglio della Città metropolitana di Reggio ha approvato due mozioni contro il raddoppio e il rigassificatore a Gioia – si paventa un ricorso alla Consulta contro la norma che ha istituito l’Authority – votate anche dal leader del centrodestra reggino Antonino Minicuci.