Forse il dato politico meno sviscerato, ma probabilmente il più rilevante, è quello per cui Roberto Occhiuto sta, molto semplicemente, guardando da un’altra parte. Forse gli conviene, così potrà sempre dire di non essersene occupato direttamente. Ma è anche una distrazione obbligata. Se in pochi mesi ti sei caricato sulle spalle il potere e la responsabilità di occuparti, direttamente o quasi, di sanità, rifiuti, acqua e depurazione, in Calabria, difficilmente potrai dedicare tempo a liste e tatticismi in vista delle amministrative.
Amministrative, lo stress test di giugno per il centrodestra in Calabria
In mezzo c’è pure il malcelato tentativo di non restare impelagato in beghe di partito come accaduto a qualche suo predecessore. Però il decantato «primato della politica» non lo si può rivendicare solo quando serve a farsi eleggere presidente della Regione e dimenticarsene subito dopo. Dunque le Amministrative del prossimo 12 giugno, che riguardano 75 Comuni della Calabria e oltre 360mila elettori, saranno comunque un test importante per i partiti. A partire proprio dalla coalizione del governatore. Che, dopo la sconfitta di ottobre a Cosenza, non sembra già più una corazzata.
Aria pesante nel capoluogo
Occhiuto sarà anche rinfrancato dal recente sondaggio di Swg che lo piazza, per gradimento, al sesto posto in Italia e al secondo nel Sud. Ma è aria fresca, ben più lieve e passeggera di quella che si respira, per esempio, a Catanzaro. Non è un dettaglio che nel capoluogo di regione non ci sia, ai nastri di partenza, il simbolo del partito di Occhiuto, Forza Italia, che alle Regionali ha costituito l’unica trincea elettorale azzurra in Italia. Ci sarà la lista “Catanzaro Azzurra” prodotta in casa forzista dall’asse Mangialavori-Polimeni. Ma a sostegno di un candidato a sindaco, Valerio Donato, che viene dal Pd. E ora ha dalla sua anche la Lega (col simbolo “Prima l’Italia) e altri pezzi di centrodestra.

Lo sgambetto di Tallini e il pasticcio di FdI
Il redivivo Mimmo Tallini sta da un’altra parte: proverà a vendicarsi del suo ex partito spingendo la lista di “Noi con l’Italia” a sostegno di Antonello Talerico, come lui fuoriuscito da Forza Italia dopo le Regionali. Sta altrove anche Fratelli d’Italia. Le intransigenze romane contrapposte al possibilismo locale in questo caso hanno prodotto un pasticcio da cui i meloniani sono usciti facendo mettere la faccia a Wanda Ferro. Una candidatura solitario-identitaria, la sua. Ma forse è passato un po’ in cavalleria un passaggio politicamente rilevante. Si tratta di quello consumato, nel giro di mezza giornata, tra Occhiuto e l’assessore regionale di FdI Filippo Pietropaolo. Appena è filtrata l’ipotesi di una sua candidatura a sindaco di Catanzaro, il governatore ha paventato per lui il ritiro delle deleghe. A quel punto tutto è sfumato in un attimo. Palesando una certa scompostezza politico-istituzionale.

Amministrative in Calabria, la prova dei Nicola nel centrosinistra
Quello catanzarese è il test più importante ma va considerato che nel capoluogo, è storia recente, quando si arriva al ballottaggio le carte si rimescolano parecchio. La partita è dunque più che aperta. Lo sanno bene i due Nicola, Fiorita e Irto, che si apprestano a saggiare la consistenza elettorale dell’agognato «campo largo». Il segretario regionale del Pd, chiamato alla prima vera prova da leader del partito, è conscio che molti dem, esplicitamente o meno, si siano già accasati con Donato. E il prof che (ri)prova a diventare sindaco, riuscito nell’obiettivo di tenere insieme Pd-M5S senza appartenere a nessuno dei due partiti – il precedente di Amalia Bruni non è entusiasmante, diciamo – dovrà contenere le emorragie non solo al centro ma anche a sinistra, visto che l’area radicale sostiene non lui ma Francesco Di Lieto.

Strabismo a 5 stelle
Il campo largo, in chiave Amministrative, non ha avuto grande successo fuori dal capoluogo. I 5stelle, piuttosto evanescenti nelle candidature alle Amministrative di tutta Italia, sembrano più disuniti che mai: in consiglio regionale strizzano un occhio e mezzo al governatore, sui territori sembrano più attratti dai candidati dell’area De Magistris che da quelli del Pd. L’unica altra eccezione è rappresentata da Pizzo, dove un candidato (Emilio de Pasquale) ha raccolto attorno a sé i dem, l’area De Magistris, i 5stelle e pure qualcuno di Coraggio Italia.
Tutti divisi ad Acri e Paola
Niente unità, né per il centrosinistra né per il centrodestra, ad Acri e Paola, i due centri del Cosentino sopra i 15mila abitanti che andranno al voto per le Amministrative. Nella cittadina di San Francesco il centrodestra ha schierato Emira Ciodaro, ma Fratelli d’Italia, senza simbolo, ha virato su Giovanni Politano. Il quale, per inciso, ha stretto un accordo – anche in questo caso coperto dalla mancanza di simboli – pure con il Pd.
Centrodestra unito a Palmi, debacle Pd a Villa
Si è concretizzata a Palmi (oltre 18mila abitanti nel Reggino) una delle poche candidature unitarie del centrodestra (quella di Giovanni Barone). Tutt’altra situazione a Villa San Giovanni dove il centrodestra sta con Marco Santoro, vicino al deputato Francesco Cannizzaro, ma l’Udc si è schierato con Giusy Caminiti. In riva allo Stretto a fare più rumore è la debacle del Pd: l’aspirante sindaco dem ha ritirato all’ultimo la candidatura scagliandosi contro una parte del suo stesso partito.

Coerenza trasversale a Soverato
A chiudere il giro dei trasversalismi verso le Amministrative è Soverato, dove c’è da eleggere il successore di Ernesto Alecci. L’attuale consigliere regionale del Pd da sindaco ha governato anche con Forza Italia. Gli azzurri jonici ora si sono sfaldati. Mentre in lizza c’è il vice di Alecci, il facente funzioni uscente Daniele Vacca. Che, coerentemente, tiene insieme pezzi di Pd e di centrodestra.