Frati scienziati: tre grandi dimenticati al servizio di San Francesco di Paola

Fisici, matematici, filosofi musicologi, ottici e artisti: i religiosi francesi che fecero scalpore nella Roma dei papi e nella Francia seicentesca, ma che l'Ordine dei Minimi sembra aver dimenticato. Le loro scoperte e le loro opere rivoluzionarie

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L’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola ha un grande torto storico.
Infatti, resta quasi sconosciuta l’opera dei suoi tre più eminenti rappresentanti nella Francia del ’600. Ci si riferisce ai padri Emanuel Maignan, Jean Françoise Niceron e Marin Mersenne. Purtroppo questa “dimenticanza” occulta ancor oggi il grande apporto fornito da questi uomini allo sviluppo dell’arte, della matematica e della scienza nel corso di tutti questi secoli.
I loro lavori, studiati nelle università di tutto il mondo, sono citati in testi e ricerche facilmente consultabili.

L’Ordine dei minimi: una fabbrica di scienziati 

Tuttavia, praticamente nessuno, soprattutto in Calabria, sa dire chi siano stati gli esponenti più autorevoli dell’Ordine dei Minimi. Ai tre religiosi nessuno ha dedicato una piazzetta o un vicolo, nemmeno a Paola.
È il sintomo di una sottovalutazione del ruolo avuto dai Minimi in Francia.
Eppure San Francesco desiderava che nel suo Ordine vi fossero «huomini letterati e di studi» perché così «sommessamente piace a Dio». I padri Maignan, Niceron e Mersenne hanno un comun denominatore: Descartes. E sulla sua scia crearono una vera e propria “poetica del dubbio”.

San Francesco di Paola e Luigi IX di Francia

L’abisso delle scienze: Marin Mersenne

C’è un soprannome che dà la misura dell’importanza di Marin Mersenne: “Abisso di tutte le scienze”. E questo “abisso” contiene un primato: la scoperta dei numeri primi perfetti.
Mersenne nacque a La Soultière nel 1588 e morì a Parigi nel 1648.
Dopo aver studiato Teologia alla Sorbona entrò nei Minimi (1611) per insegnare filosofia. In seguito si stabili nel convento parigino dell’Annunziata, dove restò fino alla morte.
Fu insegnante a Nevers ed ebbe rapporti stabili con i principali esponenti culturali del tempo: Cartesio, Hobbes, Fermat, Huygens, Torricelli, Gassendi. Fondò l’Accademia delle Scienze che si proponeva di rinnovare il mondo della ricerca nel campo universitario.

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Marin Mersenne

Un cervello universale dell’Ordine dei Minimi

I contributi scientifici di Mersenne sono enormi: vanno dall’esegesi biblica alla filosofia, dalla meccanica alla teorica musicale e all’acustica, dalla geometria all’ottica, dalla pneumatica alla linguistica.
Da segretario della repubblica delle lettere dell’epoca, partecipò in maniera determinante al dibattito sui problemi del vuoto, soprattutto durante il suo soggiorno in Italia (1644) dove assistette ad alcuni esperimenti barometrici e li discusse con i principali esponenti di questo filone scientifico.
Nel 1624 pubblicò L’empietà dei deisti ed ebbe un rapporto scientifico forte con Galileo Galilei, che difese nei momenti più difficili e di cui fu traduttore e divulgatore. Inoltre fu precursore della teoria musicale con la pubblicazione de L’armonia universale (1636), in cui affrontò i problemi acustici degli strumenti musicali dal punto di vista fisico e matematico.

Con Cartesio contro Hobbes

Infine, Mersenne polemizzo con le sue Meditazioni metafisiche (1636) contro le formulazioni di Hobbes e Gassendi sulle dottrine cartesiane.
Fede, vissuta con grande indipendenza dai sistemi metafici (compreso quello aristotelico) e scienza, praticata con grande lucidità. Un binomio perfetto con cui il religioso cercò Dio tutta la vita.

L’arte si fa scienza: Jean Françoise Niceron

Jean Françoise Niceron nacque a Parigi nel 1613. A 19 anni entrò nel convento dell’Ordine dei Minimi di Trinità dei Monti a Roma.
Lì insegnò matematica e studiò filosofia e teologia. I suoi interessi principali furono l’ottica, la catrottica e la diottrica. Passò la maggior parte della vita nella città dei papi, tranne alcuni periodi in cui visitò le province francesi del suo Ordine su incarico del padre generale Lorenzo da Spezzano.
Padre Niceron si impegnò nella divulgazione delle opere dei principali uomini di scienza della Francia e sperimentò gli assunti galileani. Miscelò le problematiche della filosofia con quelle dell’ottica in La perspective curieuse au Magie artificielle des effets l’optique, dea la catoptrique, et de la dioptrique, un trattato di grande diffusione. Fece scoperte determinanti per la spiegazione dell’illusione prospettica e della “magia” raffigurativa degli oggetti.ordine-dei-minimi-tre-padri-scienziati-san-francesco-di-paola

L’anamorfosi e altri trucchi

Inoltre, fornì gli elementi essenziali per l’anamorfosi e inaugurò un vero e proprio movimento di ricerca che fece scalpore nelle arti figurative, soprattutto la pittura, i cui effetti hanno contribuito allo sviluppo dell’arte, in particolare di quella moderna.
La morte prematura, avvenuta a soli 33 anni, gli impedì di terminare il suo secondo lavoro, Thaumaturgus Opticus. Lo completò padre Mersenne.
Niceron non fu solo un teorico: realizzò le sue intuizioni dipingendo due affreschi anamorfici: San Giovanni Evangelista a Pathmos (1642), a Trinità dei Monti e la sua replica a Parigi (1644) nella Casa dei Minimi in Place Royale, che fu ultimata però da padre Emanuel Maignan.

La prospettiva curiosa

Queste due opere, e La Maddalena in contemplazione, realizzata con la stessa tecnica, non sono più visibili per l’incuria della conservazione. Altre opere di Niceron sono conservate nella Pinacoteca di Palazzo Barberini a Roma.
Il trattato La perspective curieuse, si rivolge in prevalenza agli artisti per fornire un indirizzo allo studio delle geometrie raffigurative. È un’opera poderosa, divisa in quattro libri con una prefazione in cui si elogiano la matematica e la fisica. Al di sopra di tutto resta però l’ottica, che tocca l’astronomia, la filosofia, l’architettura e la Pittura.

L’anamorfosi di San Francesco di Paola nel convento di Trinità dei Monti

Emmanuel Maignan: un fisico dell’Ordine dei Minimi

Emmanuel Maignan nacque a Tolosa che nel 1601 ed entrò a diciotto anni nell’Ordine dei Minimi in Francia. Appassionato di matematica, approfondì da autodidatta le sue conoscenze sulla materia.
Insegnante di filosofia e teologia a Roma presso il convento del Pincio, Maignan frequentò eminenti figure del mondo delle scienze come Gaspare Berti, Raffaele Magiotti e Athanasius Kircher.
Con loro cominciò alcuni esperimenti per determinare l’esistenza del vuoto, che influenzarono anche Torricelli.

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Capitole Toulouse – Grand escalier – Buste d’Emmanuel Maignan

Ancora sull’anamorfismo

Maignan si interessò anche di pneumatica e ottica. Ma si dedicò principalmente alla fisica, come attesta il trattato Cirsusphilosophica destinato alle scuole del proprio Ordine.
Nella seconda edizione di questa opera si ritrovano gli scritti relativi alle dissertazioni con Cartesio. Più longevo dei suoi confratelli, Maignan morì a Tolosa all’età di 75 anni. Nel libro Perspective horaria, il religioso studia le deformazioni delle figure, e contribuisce allo sviluppo dell’anamorfismo.
Questa tecnica consisteva nell’«esporre un meraviglioso e preciso artifizio per deformare, in maniera molto semplice e rapidissima su qualunque superficie murale o voltata, un’immagine rappresentata su una tavoletta, in modo che, vista da un punto si ricomponga otticamente e appaia nitida, chiara e simile al prototipo; vista invece da vicino, o frontalmente sparisca, lasciando apparire qualcos’altro di ben diverso e tuttavia ben rappresentatoۚ».
Queste alterazioni visive si riscontrano nell’affresco dello stesso Maignan a Trinità dei Monti, che immortala San Francesco di Paola nel miracolo dell’attraversamento dello Stretto di Messina.

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